domenica 25 agosto 2013

CHI HA PAURA DEL LUPO CATTIVO?


Recensione di Iara Ciccarelli Dias                            

testi e illustrazioni di  
Mario Ramos, Belgio
Albi illustrati,
consigliati a partire dai 2 anni.
Casa editrice Babalibri 


Molti bambini hanno paura del lupo cattivo. Mi ricordo da bambina di aver avuto paura di un bruttissimo lupo nero come la notte che mi veniva a visitare quando le luci di casa si spegnevano e si accendevano quelle dell'immaginazione. Forse per questo amo molto i libri di Mario Ramos, che stravolgono la figura del lupo, che lavorano sugli stereotipi e sui pregiudizi. Sto parlando di tre albi illustrati, pubblicati in Italia nelle edizioni della Babalibri: Sono io il più bello!, Sono io il più forte! e Il più furbo.
I libri del bravissimo illustratore belga-portoghese catturano l'attenzione per le illustrazioni molto vive, essenziali ma complete di ogni piccolo particolare, che si deve andare a cercare. Nel bosco vive infatti un uccellino rosso che vola di ramo in ramo e osserva tutto. È il testimone delle azioni e delle intenzioni del lupastro. Anzi, sembra che sia proprio il pettirosso a raccontarci le storie: se ne sta lì a guardare curioso e perplesso senza farsi mai scoprire dalla presunta belva aggressiva e violenta.

Attenzione bambini: nel bosco fitto fitto e scuro scuro si aggira un lupo molto grande, alto e slanciato, grigio-blu. Se lo doveste incontrare non scappate: non è un lupo mangia bambini. Fermatevi a conoscerlo, non ve ne pentirete. Ora vi dico perché.

Un giorno il terribile lupo si guarda in un bello specchio antico con cornice a volute, in legno dorato con motivi "porcellineschi". Molto soddisfatto di sé, fa il nodo alla cravatta, azzurra e splendente. I sui occhi gialli fanno un guizzo e ammiccano alla bella figura che sfavilla dall'altra parte della specchiera. Lui è la creatura più bella del bosco e vuole dimostrarlo a tutti. Così esce di casa e si incammina per il bosco molto fiero altero e gongolante.   Ha una voce flautata e mielata quando incontra i personaggi delle fiabe che dovrebbero rimanere atterriti nel vederlo arrivare. Il pavon-lupo vuole sentirsi dire che è il più affascinante, il più incantevole delle creature, la stella del bosco: Cappuccetto rosso, i tre porcellini, i sette nani, Biancaneve alla domanda “Chi è il più bello?” rispondono tutti allo stesso modo per non contraddirlo, per non irritarlo. Sembrano abituati alle sue stranezze ed è meglio assecondarlo. Il lupo saltella e danza per la contentezza, ride e canta, finché non incontra un piccolo drago molto indaffarato a giocare a nascondino. Il draghetto è davvero infastidito e non ha voglia di perdere tempo con simili domande e così gli risponde in altro modo, incenerendolo dalla sorpresa.

Un altro giorno Padron Lupo si aggira per il bosco deciso a scoprire cosa pensano di lui gli abitanti del bosco: è o non è la creatura più forte di tutte?

Anche questa volta interroga tutti con insistenza, con voce dolce e suadente: il coniglio, Cappuccetto, i tre porcellini, i sette nani ripetono tutti la stessa cosa: è lui il terrore dei boschi, il più cattivo dei cattivi. Il lupo è contentissimo, assume uno sguardo fiero e baldanzoso, alza le zampe in segno di trionfo finché non incontra un piccolo animale verde cui si rivolge con disprezzo e alterigia. L'animaletto (forse un rospo, forse un draghetto) risponde con innocenza e coraggio alterando il lupo che si arrabbia e si gonfia per il disappunto. Ma non può sfogare la sua rabbia perché una creatura più grande e più forte di lui lo costringe a indietreggiare.

 Il lupo non si arrende, deve assolutamente primeggiare. Così un giorno decide di dimostrare a tutto il bosco di essere la creatura più furba e astuta di tutte. Ma non gliene va bene una, povero lupo cattivo. In Il più furbo, Mario Ramos riprende la storia classica di Cappuccetto Rosso e la stravolge con originalità e ironia. Ai bambini diverte molto osservare le illustrazioni e ascoltare la storia del lupo che rimane prigioniero della camicia da notte della Nonna. Il lupastro vuole mangiare Cappuccetto catturandola con un'astuzia ma rimane preso nella tela della sua furbizia, fino a creare delle situazioni molto divertenti in cui nessuno lo riconosce più come il Grande Lupo Cattivo. Il cacciatore, i tre porcellini, i sette nani, il principe azzurro della Bella Addormentata, Cappuccetto rosso: tutti lo scambiano con la Nonna e il povero lupo entra in crisi e si dispera. Cappuccetto lo consolerà e l'aiuterà a liberarsi dell'infausto furbo travestimento.

Avete ancora paura del lupo nero grande e grosso?

Questo lupo vanitoso, presuntuoso e furbo è anche molto ingenuo. Gli abitanti del bosco devono riconoscere la sua forza e la sua potenza. Devono avere paura di lui perché così dicono le fiabe classiche. Ma tutti vivono una vita libera e leggera indipendentemente dalla sua esistenza. I tre porcellini giocano a rincorrersi, Cappuccetto raccoglie i fiori tranquilla e serena, i nanetti vanno al fiume a fare il bagno, il principe azzurro cerca il palazzo della Bella Addormentata, il cacciatore ha perso gli occhiali, il draghetto gioca a nascondino. In realtà nessuno lo prende davvero sul serio. L'uccellino meno di tutti.
Il lupo di Mario Ramos è divertente, fa ridere. Si rimane colpiti dalle sue manie, si ride dei suoi approcci melliflui, delle sue frasi da gradasso, da bullo. La presenza di personaggi che i bambini già conoscono per averli visti e letti in altri libri “smonta” la figura terribile del lupo, la ricontestualizza e le fa assumere un ruolo diverso, le attribuisce caratteristiche nuove, inusuali.
Le illustrazioni sono molto eloquenti e i testi che accompagnano le immagini sono frizzanti e ironici. Gli albi possono essere letti anche da bambini molto piccoli che godranno dei disegni, dei colori, dei tratti con cui è dipinto il lupo secondo i suoi diversi umori, delle espressioni e dei gesti dei personaggi che lo incontrano.

Immagino di partire da qui, dagli albi illustrati di Mario Ramos per attivare tutta una serie di curiosità, domande e attività di Scienze, Matematica, Geografia.
Alla ricerca di contenuti matematici, leggo ai bambini i libri di Ramos per metterli in cerca di quantità, di somiglianze e differenze, di particolari e dettagli, di punti, linee e superfici. Contemporaneamente, i bambini leggono e ascoltano delle storie con un tema ben definito, quello della paura di una creatura che in realtà non si conosce. Che si dice pericolosa ma che potrebbe essere anche diversa, chissà. Allora scatta la curiosità, lo studio collettivo di un animale di cui poco sanno: Com'è fatto? Dove vive? Come vive? Di cosa si nutre? Come caccia? Come si difende? Si avvia la ricerca scientifica. La lettura attiva domande e dubbi, stimola discussioni e nuove storie.
Ai bambini piace tantissimo riprendere i personaggi dei loro libri “preferiti” e farli transitare nelle storie inventate, nei testi personali, nei problemi.
“Usare” i libri di Letteratura per l'infanzia e gli albi illustrati per fare Matematica, Scienze e Geografia può essere un modo per non far perdere ai bambini la percezione dei contatti, dei legami tra una domanda e un'altra, tra dubbi e risposte. A settembre ricomincia la scuola. I bambini si avventurano in seconda: immagino di portare gli albi di Mario Ramos in classe e di farli leggere ai bambini. Immagino di avviare il percorso di Scienze e Geografia lasciando che siano i bambini a porre domande e a cercare risposte su un ambiente naturale e sugli animali che lo abitano. Immagino di riprendere il percorso di Matematica con degli albi bellissimi che facciano immergere i bambini nel mondo delle quantità e delle forme in modo divertente. Il lupo di Mario Ramos allora transiterà dai suoi albi al testo di Scienze sulla vita del bosco, a domande di Geografia e ai problemi di Matematica, perché il testo dei problemi deve essere accattivante, deve interessare, incuriosire e divertire come le storie di cui i bambini sono avidi.

http://www.babalibri.it/index.asp 
http://www.marioramos.be/index.php?c=v&lg=f



1 commento:

  1. questa storia m’ha fatto ripensare ad un sogno che ho più volte fatto da bambino, il quale è stato anche l’unico sogno ciclico della mia vita.
    Ero inseguito da un lupo nero feroce e veloce, fuggivo a più non posso in mezzo a un bosco intricato e buio.
    Improvvisamente una radura s’apriva al margine del bosco e un bagliore, un puntino di luce aldilà dell’oscurità della radura, suggeriva una casa lontana che una volta raggiunta si rivelava una taverna.
    Dentro, canti, balli…e allegria. Poi la porta s’apriva ed entrava il lupo, ma ora era azzurro come le ali di certe farfalle e non era più feroce, ma anzi aveva un violino sotto il braccio! cominciava a suonare e ballare sfrenatamente…e rideva….rideva di una risata trascinante e luminosa.

    Il sogno sfumava così, lasciando una sensazione di benessere e soprattutto di sollievo. Sollievo che veniva dalla metamorfosi del lupo, da inseguitore famelico a compagno di gioco allegro e sincero.

    Mmmm, non è che scrivo approfittando di questo spazio come una seduta di psicoterapia  raccontando i miei sogni di bambino; però questa narrazione sembra ripercorrere simbolicamente le fasi di quel sogno.
    M’ha fatto sorridere pensare come questo potrebbe di-svelare e sostenere proprio uno dei temi che l’autore comunica e che tu metti in luce; ciò che affonda radici nelle coscienze collettive dell’infanzia, almeno per quella parte che è probabilmente tratto comune in ogni interiorità bambina: ci viene tratteggiato un mondo che è immagine e riflesso della ruvidezza, crudezza propria dell’adulto (di molti diciamo..), laddove ogni bimb* tesse invece dentro di sé un bel manto azzurro da donare al lupo per scioglierlo dalla natura violenta in cui lo costringiamo.
    Che ogni stortura i bambini sono in grado di rimettere a posto;
    …se solo li lasciassimo fare.

    scusa la divagazione. Grazie di condividere le tue riflessioni su questi bei testi.
    A.

    P.S: questo lupo ha pure la cravatta azzurra!

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